20 Maggio 2024 – Podcast Rai.TV – Artigianato Food

L’Italia che va: storie, realtà, esperienze, imprenditori di successo.

  • Giornalista: E adesso siamo proprio in una zona vocata per la produzione del meraviglioso nettere verde, e allora all’olio extravergine di oliva. Stiamo nella provincia di Bat: Barletta, Andria e Trani. E proprio qui è stata lanciata, a Trani, una comunità nazionale, una cultivar denominata favolosa per un olio extravergine di oliva Evo, che ha avuto a gran parte anche in questo rinascimento vero e proprio del patrimonio olivicolo salentino, che è stato distrutto in larga parte dalla xylella, lo sappiamo, ce ne siamo occupati tante volte anche qui all’Italia che va. È un rinascimento che oggi segna una ripartenza, e chi ha investito più di tutti, con tanto di vivai e assistenza tecnica in campo, e gli olivicoltori di Salentini, è stato proprio il consorzio oliveti d’italia, di Andria. Andria che è vari chilometri più a nord del Salento, e che rappresenta proprio in questa provincia un bacino importante, con oltre 2500 produttori associati, che ora ha dato il via a una definizione del profilo sensoriale della Favolosa. A Trani, quindi, che è culla di cultura, secondo Federico Svevo, tante altre suggestioni culturali, ci sono però stati anche importanti passi in avanti per quanto riguarda la rinascita di questa oliva. E allora panel di assaggiatori, esperti provenienti dall’Italia e dall’estero, anche dagli Stati Uniti, hanno delineato il profilo tipo dei rispettivi consumatori, e individuato i canali attraverso cui questo nuovo nettare fantastico potrebbe sbarcare soprattutto sui mercati esteri, negli Stati Uniti, perché il suo carattere di olio evo, leggero, molto d’utile in cucina, e non è affatto amaro, si presta al consumatore americano. E allora con noi è Nicola Ruggiero, presidente del consorzio di oliveti d’Italia di Andria, Bat (Barletta, Andria e Trani), che saluto e ringrazio per essere con noi. Buongiorno e bentrovato.

 

  • Presidente: Buongiorno, grazie a voi.

 

  • Giornalista: Allora, l’obiettivo, presidente Ruggiero, di questa iniziativa è stato quello di creare una nuova comunità di produttori di favolosa, sparsi per tutta l’Italia?

 

  • Presidente: È stato l’obiettivo quello di dare a questa comunità che è sparsa in tutta Italia un senso unico di marcia su questo importantissimo settore che sta riscoprendo un nuovo rinascimento nei consumatori, nei distributori che avevano bisogno di una nuova identità.

 

  • Giornalista: In particolare è l’inizio questo di un viaggio anche dell’extravergine di un olio d’oliva nuovo che ha sempre più spazio anche negli areali produttivi italiani, quindi non soltanto nella Puglia del Sud e nel Salento, ma sta facendo per intero la sua parte anche per salvare l’olivicoltura dalla xylella in tal senso.

 

  • Presidente: Sì, perfetto. Questo è uno dei tanti casi che è frutto della scienza italiana che poi è risultato positivo. La ricerca serve sempre poi dopo tanti anni. Questa ricerca è nata 30 anni fa nel CNR, era semplicemente un incrocio di varietà per trovare la varietà adattabile in tutta Italia, meccanizzabile, che producesse un olio in anticipo, già nel mese di ottobre, amabile e dal gusto “ruffiano” che piace a tutti.

 

  • Giornalista: Lei ha dominato il CNR, accanto a questo c’è l’Università di Bari, quella dell’IRT di Catalogna, importanti anche realtà che hanno contribuito come tutti i seconder coinvolti, tutti gli attori, a questo risultato.

 

  • Presidente: Assolutamente, sì, perché la ricerca era stata fatta, era stata quasi non considerata perché 30 anni fa non si pensava. Noi abbiamo seguito lo sviluppo, abbiamo realizzato i primi impianti per capire se veramente si adattava, poi è uscita la sua resistenza alla xyllella e c’è stato un coacervo di energie e iniziative che si sono messe a disposizione per capire come accelerare questo percorso di ricostruzione da un lato, ma anche di integrazione delle produzioni italiane deficitarie di oli di qualità. Non c’è tanto olio di eccellenza come oggi il mercato richiede. Mancava una varietà italiana, perché spesso sono varietà estere con altri gusti, con altre tipologie. Grazie a questo lavoro fatto da questi primi 20 imprenditori in giro per l’Italia abbiamo potuto subito fornire le armi agli imprenditori che volevano riconvertire da un lato o impiantare dall’altro per cogliere queste grandi opportunità planetarie.

 

  • Giornalista: Quindi 2.500 produttori nella filiera certificata, 13.000 ettari coltivati, stabilimenti all’avanguardia, abbiamo detto ad Andrea che è il cuore del più grande distretto produttivo olivicolo internazionale di qualità. Soprattutto anche importanza di una produzione di grande capacità, 3.000 lattine l’ora, 10.000 bottiglie, per un consorzio di agricoltori cooperativi di Frantoiani, associazioni di produttori e imprese impegnati nella produzione e promozione di questa nuova cultivar italiana. Quali sono le prospettive?

 

  • Presidente: Siamo impegnati sulla principale varietà che è la coratina, ma essendo la culla dell’olivicoltore di qualità italiana potevamo trascurare le fasi di innovazione. Quindi questa volta, prima di lanciare sul grande mercato questo prodotto, perché quest’anno andremo in produzione con tantissimi nuovi impianti realizzati da imprenditori coraggiosi, perché ricostruire un oliveto distrutto ci vuole solo coraggio in una situazione del genere, abbiamo voluto insieme agli amici internazionali, come dice benissimo, soprattutto gli amici americani e spagnoli, costruire un profilo per evitare che al consumatore non arrivi il reale olio di Favolosa, per poter seriamente incrociare questi bisogni che ci arrivano. Noi siamo incapaci come Italia di soddisfare i grandi bisogni di qualità mondiali.

 

  • Giornalista: Poi allora questa è una cultivar favolosa ottenuta attraverso la selezione massale di semenzali della varietà Frantoio, però è resistente al batterio della xylella fastidiosa.

 

  • Presidente: Questa è stata una scoperta, il mondo dovrebbe dire grazie a quei primi 20 agricoltori che hanno insistito nel voler colpire questa varietà, perché se fosse andata in vissuto come tante ricerche buttate nel cassetto non avremmo avuto questa risposta.

 

  • Giornalista: Quindi una varietà autofertile non ha bisogno di varietà impollinatrici, una resa dell’olio che è elevata e di ottima qualità e un contenuto medio alto di polifenoli e un elevato tenore di sostanze volatili.

 

  • Presidente: Soprattutto da profumi unici, profumi di erba, di campo, quei profumi che oggi i consumatori ricercano in tutti i prodotti e nell’olio in particolare.

 

  • Giornalista: Quindi si affianca però alla coratina, potremmo dire, a tutto ciò.

 

  • Presidente: Certo perché la coratina è l’amarone dell’olio, è un olio molto particolare, piccante, amaro, fruttato, che ha bisogno di intenditori. Noi abbiamo bisogno anche di oli comunemente più apprezzati per altre qualità, quindi questo è il portafoglio di colori che l’Italia ha a disposizione per ritornare ad essere leader. Noi abbiamo perso, grazie a mille distrazioni di massa, la leadership mondiale. Ormai siamo quasi il terzo paese produttore. Noi dobbiamo ritornare a essere i primi di eccellenza e anche attraverso questa varietà che si adatta dal Lago di Garda alla Sicilia, perché ci sono i campi realizzati da tanti anni, noi dobbiamo raggiungere questo obiettivo, non abbiamo scusanti ormai.

 

  • Giornalista: E allora un viaggio appassionante di un olio extravergine nuovo come la Favolosa, che ci porta naturalmente a riscalare questo podio per tornare leader, io ringrazio Nicola Ruggiero, presidente del Consorzio Olivetti d’Italia.

 

  • Presidente: A nome dei soci di Oliveti d’Italia grazie a voi per l’attenzione che ci avete riservato.

 

  • Giornalista: Grazie, grazie.

Di seguito il podcast:

[fonte dell’articolo: http://www.grp.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-dbedd1a8-5b53-4b5e-8486-bccbd36f3309.html]

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