Agroalimentare ed Export: La Puglia tra Eccellenza e Sfide Globali
Il settore agroalimentare pugliese si conferma un’eccellenza del Made in Italy, con un export che continua a trainare l’economia regionale. Tuttavia, il comparto affronta sfide crescenti legate alla gestione delle risorse idriche, alla concorrenza extra UE e alla minaccia della Xylella. Il Presidente Ruggiero ha evidenziato i principali ostacoli e le strategie necessarie per il futuro del settore.
Export e Produzione: La Forza della Puglia
La Puglia si distingue per la qualità e la resilienza delle sue imprese agricole. “Le nostre eccellenze agroalimentari sono riconosciute a livello internazionale, ma senza un adeguato supporto rischiamo di perdere competitività”, ha dichiarato Ruggiero. Il comparto agroalimentare pugliese deve affrontare una concorrenza sempre più aggressiva e costi di produzione in aumento.
Crisi della Produzione: Manodopera e Costi in Aumento
Uno dei principali problemi sollevati da Ruggiero riguarda la carenza di manodopera qualificata. “Il decreto Flussi non è sufficiente: la burocrazia rallenta le assunzioni e le aziende non riescono a programmare il lavoro”. Inoltre, il costo dell’energia e dei fertilizzanti sta diventando insostenibile, incidendo pesantemente sulla competitività del settore.
La Sfida dell’Acqua e delle Infrastrutture
Un altro tema cruciale per il settore è la gestione delle risorse idriche. “Senza un piano strutturale per gli invasi e le infrastrutture idriche, la Puglia rischia una crisi simile a quella della Sicilia”, ha affermato Ruggiero. La carenza d’acqua scoraggia la semina e mette a rischio l’intero sistema agricolo regionale, rendendo indispensabili interventi immediati.
Xylella: Un Nemico Ancora Presente
La Xylella continua a rappresentare una minaccia per l’olivicoltura pugliese. “Non possiamo permetterci di abbassare la guardia: servono più investimenti nella ricerca e nel contenimento del batterio”, ha sottolineato Ruggiero. Il problema non riguarda solo l’olivicoltura, ma tutto il sistema agricolo pugliese, che rischia di perdere ettari di coltivazioni a causa della diffusione della malattia.
Conclusione: Serve una Visione Strategica
L’export agroalimentare pugliese dimostra il potenziale della regione, ma senza interventi concreti su manodopera, costi energetici, gestione delle risorse idriche e contrasto alla Xylella, il settore rischia di perdere terreno a favore della concorrenza straniera. “Servono politiche mirate che supportino le imprese nel loro percorso di crescita e innovazione”, ha concluso Ruggiero.
[puntata integrale su: Mattino Norba]
Giornalista: Andiamo sull’agroalimentare. Abbiamo sfiorato l’argomento parlando dei dazi e della questione acqua. A Berlino è in corso il Fruit Logistics, la più importante fiera internazionale sulla frutta e sull’ortofrutta in generale. L’agroalimentare semina in Germania e l’export della Puglia vale 382 milioni, ma questa notizia la voglio mettere in relazione con un’altra notizia che è presente oggi sulle 24 ore, ossia allarmi ortofrutta. Da un lato vale tanto, dall’altro però c’è questo dato. Allarmi ortofrutta più 12% per l’import extra Unione Europea e l’Italia fatica a produrre. C’è una buona notizia in questo?
Presidente Ruggiero: C’è la buona notizia che la Puglia, con la capabilità delle sue imprese, senza una grande regia storica, riesce a fare questi miracoli produttivi perché la Puglia del Lugo e la Tavo, la Puglia del Clementino, la Puglia dell’Ortofrutta del Tavoliere, una Puglia di eccellenza, seriamente con aziende che si sono strutturate per essere presenti sui mercanti. Il problema è che in Italia si sta producendo sempre meno. Nel nord la crisi è partita, poi arriverà anche in Italia perché è la mancanza di mano d’opera qualificata. L’impossibilità di attingere la mano d’opera blocca processi produttivi. L’insicurezza sull’acqua, questi giorni c’è lo sciopero a Foggia. L’incertezza sulle disponibilità di risorse idriche apporta le imprese a non seminare. sta dando un grande vantaggio all’esporto dei paesi del Nord Africa, che stanno invece investendo risorse importantissime, hanno disponibilità finanziarie, hanno l’università e nessuno me ne voglia, che sta formando tecnici qualificatissimi di campo, non di ufficio, ma di campo. E quindi c’è un sistema che sta producendo e anche molte aziende stanno guardando sempre con più interesse a trasferire e localizzare le produzioni laddove c’è un sistema che ti accompagna. La Puglia va bene, ha superato gli anni difficili perché hanno anche concentrato le aziende. Abbiamo dei player importanti, spesso li criticavamo, ma senza aziende leader tutta la FIA non la tiri dietro. Ma le aziende in generale stanno allentando sulla produzione. Il costo dei concimi è la follia, il costo dell’energia è la follia, la logistica ci costa tanto. L’ortofrutta che è spesso un prodotto povero, sempre ricco, ma un camion di finocchi vale molto meno di un camion di acciaio, quando c’è la logistica che non ti funziona e ti costa tantissimi soldi, è ovvio che sei fuori gioco, ti costa meno un contenitore che viene dalla Turchia. Quindi la riflessione sull’ortofrutta, che è un’eccellenza italiana che occupa giovani, cioè le risorse più giovani stanno nell’ortofrutta, gli imprenditori più giovani stanno in quei settori perché sono immediatamente al contatto di un mercato, tantissima nonadopera, pensiamo a quanto assume l’uva da tavola piuttosto che gli ortaggi di monopoli. in questo distretto anche là sono lasciati ai singoli impegnatori. Quindi sicuramente facciamo bene ad andare a Berlino, ma un pensiero strategico su come noi dobbiamo comportarci sul decreto Flussi, sulla qualificazione a mano d’opera e sull’energia. Perché l’azienda Energivore è quella che mi fa gli imballaggi? Che io pago di più perché costa di più l’energia, ma per risorgere lo Stato. E l’azienda agricola che utilizza l’energia da mattina a sera, i trattori, i posti artesiani, le celle frigorifere, poi non è azienda energivole e paga le bollette normali. Su questa dicotomia si gioca, ecco perché abbiamo quel dato. Centro-nord di Barisco, gran parte delle aziende hanno quasi fermato la produzione, perché il conto economico non quadra più rispetto ai costi di sistema ed è detto molto pericoloso.
Giornalista: E questo lascia spazio a
Presidente Ruggiero: All’import. All’import che obiettivamente, noi lo vediamo anche per l’olio e per l’altro, noi abbiamo tutta una serie di regole correttissime da rispettare sull’utilizzo dei fitofarmaci e le carenze, gran parte dei paesi del mondo non ce le hanno. Quindi anche da questo punto di vista vorremmo dire che non soltanto deve operare un patrimonio di cultura, perché quando chiude un’azienda ortofrutticola chiude una cultura di decine e decine di anni di storia, ma soprattutto di rovinarci la salute piano piano col tempo perché prendere prodotti che a noi sono stati banditi già vent’anni fa significa anche poi pregiudicare la salute. Io credo, so che il mondo ortofruttico è in agitazione, ma è su tavoli concreti di ragionamento, ma se il Paese non affronta i temi dei costi d’energia e della mano d’opera e continuiamo con le battaglie stupide contro gli extramunitari a cui dovremmo fare una statua, quelli buoni. Quindi regolarizzando e responsabilizzando le aziende, invece lasciamo le aziende a clic dei. Tu immagini, ho fatto i clic dei, aspetto se fra 6 mesi ho la risposta della produzione e quando la faccio? Dopo che ho la risposta nel frattempo mi blocco perché non c’ho Forza lavoro per andare a lavorare, perché questa è la situazione in cui viviamo. Quindi quel dato è più che reale e aumenterà. L’altro giorno è uscito il dato sugli agrumi. Noi diciamo che gli agrumi italiani, spagnoli, la Cina di punto in bianco è arrivata a produrre il 20% degli agrumi mondiali. La Cina, che non è mai stato un player nell’ortofrutta, sta esportando agrumi in tutti i modi. Il 20% degli agrumi mondiali li fa il Brasile, la Spagna, l’Italia. Li fa la Cina. Quindi il mondo sta volando perché loro vedono il business e ora iniziano a fare l’olio e tutti gli altri prodotti perché hanno uomini, mezzi, terreno, acqua. Hanno quello che serve per produrre.
Giornalista: Una battuta finale su Evolio.
Presidente Ruggiero: E voglio anche qua, nessuno me ne voglia, se la prendiamo come esperienza l’anno zero su cui fare esperienza, è una bellissima iniziativa. È inutile dire che non sono stati coinvolti i produttori, ma va tutto bene, perché era l’anno zero, l’assessore ha avuto la capacità di dire si fa. Ma siccome sento che in questi giorni stanno già riprogrammando la seconda edizione di nuovo nello stesso format, Io dico soltanto agli amici di andare cauti la prossima volta perché l’anno zero si possono fare errori. L’assessore ci ha chiesto a tutti quanti, in pubblica mente, di fare la paginetta sulle criticità. Criticità ce ne sono state tantissime, ho detto tutte giustificabili per l’anno zero. Il secondo anno non si può far finta di portare i bai e i bai non ci sono. non si può dire che ci sono 100 buyer e poi ce ne sono 10, rispetto a questi argomenti è tutto giustificabile, la gente, le imprese pugliesi hanno dimostrato di esserci, quindi questo è il vero patrimonio, l’istituzione è attenta, serve che anche qua, credo, serva la tecnicità di un sistema, il sistema fioristico è un sistema tecnico, non è politico, serve coinvolgere nella scelta del periodo, nella scelta del momento, nella scelta del format e nella proposta che vogliamo lanciare. Facciamo una fiera per mettere tante etichette? O facciamo una fiera per esaltare un percorso su cui dobbiamo essere concreti e reali? Quali bai vogliamo chiamare? Che cosa vogliamo fare? Quali imprese vogliamo invitare? Perché se no voglio invitare la piccola azienda agricola di super qualità e il grande bandito che mi vende l’olio a 3,75 questa mattina sugli scaffali non puoi fare una cosa del genere. Quindi rispetto a questo è perfetto, non c’è che da dare parole di elogio all’assessore, non mi è piaciuta la fase organizzativa e quindi mi auguro che ora abbiamo il tempo per ragionare. Personalmente l’avrei fatto, come ho detto pubblicamente, coincidere con le altre iniziative che abbiamo a Bari e non l’Expo per dare forza a tutte e due, per dare un sistema. Molti amici che sono venuti in fiera erano convinti che la fiera fosse stata associata, Non è così, benissimo, però è una proposta. Non può essere la mia contrattura, deve essere tecnicamente. Valutiamo i numeri, i flussi, la gente, così come dire che vengono i buyer. Ma era così banale ed evidente, capirei che secondo me non esiste il buyer dell’olio. Nessuno mai poteva aspettarsi un grande flusso di buyer a gennaio. Per gennaio sono stati chiusi i contratti, stanno impicciati nel fare i budget, non hanno la sanità di venire, non vengono a farsi la passeggiata. Molti dei nostri interlocutori sono abituati ad andare a fare le passeggiate nelle fiere. ma i buyer quando esce un’azienda, il dipendente dell’azienda, è un costo che deve rientrare. Quindi esco, vado alla fiera in cui sono sicuro di fare il biso e di capire. Una fiera che era soltanto pugliese, non aveva gran parte pugliese, senza millantare la presenza di questi buyer. Significava che mettiamo La fase organizzativa, quindi ben fatto, riempie di conveni per capire dove vogliamo andare. Sono fiducioso che l’assessore, prima di lasciare il suo incarico, voglia dare la nuova traccia di questa fiera, perché è importantissima.
Giornalista: Bisogna insistere, ma adrizzando. Come andiamo a risolvere il problema dell’acqua? Sarebbe un problema concretissimo da mettere sul tavolo.
Presidente Ruggiero: Ed è vecchissimo. Quali sono state le strategie messe e quali le mettiamo? Ma dobbiamo farle, perché se non le facciamo noi corriamo il rischio di diventare la Sicilia fra un anno, fra un anno e mezzo e quindi di litigare con Molise, che giustamente si litiga l’acqua per dire quanto mi dai se vuoi la mia acqua, su queste problematiche. E neanche, una volta era così, adesso neanche più. Non lo sappiamo sottobanco cosa sta. Non pone un problema di soldi. Dice l’acqua ci serve. Ci serve perché il futuro è la grande guerra. Ma su questi temi cosa abbiamo fatto? Noi abbiamo gli invasi. Prima del PNR, non dico per scensa personale, nessuno me ne voglia, mi trovai nella stanza dei bottoni e dici scusate. per il nostro settore. Abbiamo una diga del Locone bloccata, l’adduttore del Locone per l’irrigazione è bloccata, stiamo depauperando tutte le falde sotterranee di migliaia di anni perché senza acqua non si può fare ricoltura. Ma vogliamo mettere un intervento? No, abbiamo altre priorità. Questa è stata la risposta che a me hanno dato soggetti oggi quasi istituzionali, a me per fortuna non da solo. Se manca questa sensibilità poi andiamo nell’emergenza, poi è ovvio che arriviamo in ritardo, quindi lì il dibattito politico serve per questi temi, che sono i temi su cui si giocherà in futuro. La gente scappa sull’acqua, l’Europa ha scritto le nuove norme sull’acqua, ci ha scritto che tra qualche anno ci toglierà la possibilità di mungere dal sottosuolo perché è giusto, se non abbiamo una ristinuzione idrica è ovvio che la Turchia ci fa capotto, perché se viaggiamo con l’aereo sulla Turchia vediamo una valanga di macchie azzure, ha fatto invasi dappertutto e noi Noi stiamo ancora a litigarci con il Molisse. L’Albania ci voleva dare l’acqua e sono 70 miglia. Abbiamo fatto il gasdotto. Facciamo l’acquedotto e risolviamo il problema. Ma ce le abbiamo le infrastrutture, solo che non le utilizziamo. È una tragedia. Manca il conto espavimentizzabile. Sono 20 anni che litiga sull’oclonio e da 20 anni non ha risposta da nessuna politica.
Giornalista: Sull’Axilella forse arriverà una risposta perché la Regione Puglia ha deciso di istituire una commissione d’inchiesta. anche sull’acqua.
Presidente Ruggiero: Nella prima repubblica si diceva quando non vuoi risolvere un problema fai un comitato. Ora facciamo le commissioni d’inchiesta. Su che cosa non fa la commissione d’inchiesta? È tutta politica la partita, sono responsabilità politiche. Non credo che qualcuno abbia portato il virus da fuori come si diceva undici anni fa o qualcuno abbia preso il virus e l’abbia portato in giro, il batterio l’abbia portato in giro per le campagne. È un problema politico di scelta di una classe di gente che ha paura a fare le scelte Fai i provvedimenti, i decreti, permettiti la coscienza a posto, la Corte dei Conti a posto, ma nessuno ha il coraggio. Stiamo ancora in fase di ricostruzione di quei quattro spiccioli che mettemmo con il sottosegretario Centinaio e ancora non affrontiamo, non riusciamo a fermarci a capire qual è l’emergenza delle imprese, nessuno vuole parlare con le imprese. Abbiamo dei bellissimi funzionari, simpatici, anche con la gravata tutti i giorni, belli, sbarbati, che scrivono le norme da dietro la scrivania, non scendono a Tricasse piuttosto che a Gallipoli a capire quell’impresa che è stata devastata, di che cosa ha bisogno, quali sono gli strumenti, ha bisogno veramente di risorse finanziarie o ha bisogno di procedure accelerate e di risorse per mantenere? Su questo ci stiamo giocando alla Puglia, ogni anno spostiamo un po’ quel confine senza che ci sia un responsabile, perché non c’è un responsabile. La responsabilità, a mio avviso, lo dico fino in fondo, nessuno me ne vorrà, è della politica che non ha fatto le scelte, non ha dato le risorse finanziarie a chi deve fare, fare l’ordinanza per di essi, fanno i trattamenti e le relazioni. Ma qua mancano gli operai in campagna e nelle aziende come la mia. Figuriamoci in questo mondo aperto, a Conversano, a Polignano, a Monopoli, dove c’è un male di abbandono che succede. Se tu non istituisci seriamente una sostituzione dell’impresa che non può o non vuole fare quelle attività. Non lo bloccherei mai questo virus. Se non mi dai un piano di rigerazione urbana, seria, chiamando i migliori architetti del mondo a ridisegnare quel territorio salentino, tu stai facendo il brutto ora con quei 4 soldi, non mi costruisci le condizioni perché l’azienda va avanti. Se non mi risolvi il problema della risorsa idrica, Quegli impianti che stiamo finanziando non cresceranno mai, perché le vecchie piante sono cresciute in 100-200 anni, perché mio nonno e mio bisogno avevano il tempo. Ora o entri in produzione o l’azienda fallisce, perché le cose sono diventate mostruose. Quindi è questo pensiero che manca. La Commissione inchiesta dovrebbero farsela loro sulla incapacità politica, a tutti i livelli, destra e sinistra, di ragionare concretamente. Ognuno sta pensando al pezzo. Io faccio la ricerca e mi prendo i miei 10 milioni di euro. Io faccio la pianta e mi prendo quell’altro, io faccio quest’altro. è follia, perché qua parliamo del futuro economico, e dicevo due giorni fa l’Andalusia, quindi la Puglia della Spagna, che è già leader mondiale, ha stanziato un miliardo di euro per andare alla nuova tecnologia, all’informatizzazione, quindi noi stiamo pensando come ricostruire, non pensando sui fatti veri, ma distribuendo quattro spiccioli male, e gli altri stanno pensando come andare oltre. Su questa dinamica è follia.
Giornalista: E saremo sempre perdenti, certo.